Merletto Italiano


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Fulvia Lorenzutti

I protagonisti

Un filo, tutta la mia storia è seguita da un filo. Il filo di mamma Grazia che pazientemente ricamava e cuciva.
Un filo, nella mia adolescenza, un filo tormentato e difficile, senza storia ma fatto di tentativi, per dargli un significato, una struttura portante, tentativi il più delle volte inutili.
Un filo, più maturo da giovinetta, quando tessendo orditi su telai studiavo affascinata "armature" per creare tessuti ed arazzi. Studiando diversi intrecci e combinazioni di materiali diversi ed innovativi. Questa esperienza mi permetteva di lavorare con estrema libertà sulla trama ma mi imponeva regole ben precise per l'ordito intrappolato tra licci e pettini, e questo mi obbligava a seguire delle regole... di cui volevo liberarmi.
Un filo, adulto, quello scoperto per caso fra le mani di una bambina che con iniziale destrezza girava ed incrociava fuselli per creare dei merletti.
Furono questi pochi gesti meccanici a modificare le prospettive dei miei pensieri.
Iniziai prima da autodidatta e poi da studente la lunga strada del merletto. La mia insegnante per destino era una Graziella, e da lei assorbii nozioni e pensieri, fino a sentirmi di nuovo legata dalle regole assolutamente precise imposte dalla scuola.
Iniziai a liberarmene timidamente, proponendo colori e materiali nuovi... in pochi anni dissipai quella ragnatela di regole che legava gli intrecci più facili, ma non era tutto, non bastava, dovevo in qualche modo sconfiggere quello che vi era di più meccanicamente saldo: il punto base.
Iniziai per gioco, credendoci poco, usando fili colorati, cantilenando come una filastrocca la magia degli intrecci, ed è così che mi trovai con un qualcosa di nuovo, di non studiato, un intreccio base con torsione a S, piacevole e di infinite varianti ed applicazioni; un punto semplice che mi riporta agli studi delle armature di tessitura di cui ripresi il nome: "Cannetilè".
Era il 1994 quando alla mostra "Merletti... non più merletti" presentai questo punto nel progetto per un sottopiatto ed un portapane. Poi, altri lavori, altre mostre, con altre idee, diversi obiettivi da raggiungere...



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