Merletto Italiano


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Il merletto a fuselli

Le Tecniche

Il merletto a fuselli deriva quasi certamente da una tecnica di tessitura: molto probabilmente la passamaneria, l'arte cioè di intrecciare cordoni e galloni decorativi con cui dissimulare le cuciture e abbellire gli abiti, di origine antichissima.
Spingono a questa ipotesi le analogie nella tecnica di lavorazione, che prevede l'utilizzo di filati arrotolati su asticciole (di legno o di osso: quelli che oggi chiamiamo fuselli ma che in molte regioni sono indicati, con varie espressioni dialettali, come "legni" o "ossi") e di un cuscino imbottito (il tombolo) come supporto per il lavoro.

Dal punto di vista della tecnica, è possibile distinguere due tipologie fondamentali di merletto a fuselli: il merletto a fili continui e il merletto a pezzi riportati.

Nel primo caso, il merletto viene lavorato dall'inizio alla fine con lo stesso numero di fuselli che può essere anche molto elevato; nel secondo, si utilizza un numero di fuselli non molto elevato e variabile nel corso della lavorazione e le varie parti sono lavorate separatamente e poi unite.

Si lavora in genere seguendo un disegno sottostante, fissato sul tombolo, su cui i fuselli ed i vari passaggi dei fili sono bloccati per mezzo di spilli. A volte non si usa alcun disegno e si lavora liberamente: è il caso ad esempio del merletto di Cogne, che si lavora senza disegno sfruttando il tradizionale tessuto quadrettato che riveste il tombolo per regolare le dimensioni dei motivi.

I fuselli si lavorano a coppie; per eseguire i movimenti di base (la girata e l'incrocio) da cui originano tutti i punti servono almeno due coppie.

I filati tradizionali sono il lino, la seta e il cotone, ma nelle creazioni moderne si usano materiali di ogni genere. Suscita molto interesse il
revival della lavorazione con fili metallici anche preziosi per la creazione di merletti gioiello.




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