I merletti occitani
In Val Varaita l'arte dei merletti a fuselli si diffuse nella seconda metà del secolo XVII, come pure nella vicina Val Maira e nel Queyras (Francia).
I merletti a fuselli di questo territorio sono caratterizzati dal fondo eseguito quasi sempre a "point de Paris" (una rete a buchi esagonali). Contemporaneamente al fondo vengono eseguiti i disegni, generalmente a punto tela, ma talvolta anche con l'uso del "point à la rose", del mezzo punto, del "point cannage", del "point d'esprit" e di altri punti. I disegni sono frequentemente di ispirazione naturalistica (fiori, tralci, api, ecc.), ma non mancano i disegni geometrici. Spesso i disegni sono contornati con un filo di cotone più grosso, bianco e lucente ("cordonnet"). Nella tradizione l'esecuzione dei merletti avveniva direttamente sul tombolo, senza disegni tecnici e senza "cartons piquès". Nella tradizione venivano realizzate esclusivamente strisce di merletto larghe in media 8-10 cm. Negli anni Venti furono prodotti anche merletti rotondi e quadrati; recentemente sono stati realizzati merletti esagonali e romboidali.
La maggior parte dei merletti veniva utilizzata per confezionare le cuffie del costume tradizionale femminile; qualche merletto veniva pure utilizzato nel costume maschile festivo di Casteldelfino e in alcuni costumi della festa tradizionale della "Baìo di Sampeyre". Si conoscono soltanto tre tovaglie d'altare ornate con questi merletti. Negli anni Venti i merletti iniziarono ad essere utilizzati per la biancheria intima femminile e per servizi da tavola. Il declino dell'uso della cuffia, iniziato verso la fine del secolo XIX, comportò il progressivo abbandono della produzione dei merletti.
Negli anni Venti il colonnello Michele Celestino Bes (1872-1953), che per diverso tempo comandò il II Reggimento Alpini di stanza a Cuneo, organizzò alcuni laboratori di insegnamento del merletto a fuselli. Il corso di Ruà la Guièizo di Bellino, iniziato nel 1923-24 e durato circa due anni, permise alla valente merlettaia dondo Talino (Maria Caterina Richard, 1863-1941) di trasmettere la sua arte ad una quindicina di allieve.
Da una di queste, Teto di Piasso (Margherita Estienne, 1910-1994), l’avvocato Gianpiero Boschero (in occitano Jan Peire de Bousquìer), con l'aiuto di un'amica, apprese la tecnica di base (1971-1984). Il ritrovamento di una copia del catalogo della scuola di Bellino degli anni Venti permise di passare dai merletti più semplici a quelli più complessi.
Nel 1987-88, con la promozione del Museo Civico di Cuneo, l'avvocato Boschero, nel frattempo divenuto l'ultimo depositario della tradizione (le vecchie merlettaie erano morte o gravemente ammalate), tenne un primo corso di merletto a fuselli. In quell'occasione egli introdusse l'uso dei disegni tecnici, che sono un valido aiuto per la merlettaia e assicurano un'esecuzione più precisa.
Le allieve merlettaie più dotate e appassionate nel 1988 diedero vita all'associazione Pouientes d’Oc (merletti occitani), con sede presso il Museo Civico di Cuneo, con lo scopo di studiare i merletti tradizionali e di insegnarne l'esecuzione.