Iva Baracco D'Auria
www.artedelmacrame.it
Nativa di Alba, ma genovese di adozione,insegnante, negli anni Settanta visita a Chiavari una mostra in cui sono esposti meravigliosi asciugamani a macramè. Ne rimane affascinata, vorrebbe apprenderne la tecnica, ma impegni di lavoro e famiglia non glielo consentono fino al 2000, quando, conclusa la carriera scolastica, può finalmente realizzare tanti sogni giovanili, tra cui questi la lavorazione a macramè.
Frequenta per due anni i corsi organizzati dall'Associazione "De Fabula", decide poi di approfondire le sue competenze in questo ambito: consulta testi antichi, visita mostre relative al settore, osserva merlettaie al lavoro, cercando di carpire qualche "segreto" che ancora non conosce; di grande aiuto, in questa fase di perfezionamento, sono per lei Joanna Jacobs e Felicina Pastorino, che, con grande disponibilità, la rendono partecipe delle loro conoscenze.
Nel 2005 partecipa al concorso indetto dalla Scuola "Bolsena ricama", dal titolo: "Un sottopiatto per la tavola"; la sua realizzazione viene premiata.
Da questo momento si apre un capitolo nuovo della sua vita: l'insegnamento del macramè.
La sperimentazione continua, ama utilizzare nuovi tessuti e nuovi filati, rielabora disegni tradizionali, arricchisce i suoi manufatti con ricami (per questo frequenta corsi intensivi tenuti da esperte in questo settore), ma i suoi lavori, pur con innovazioni, seguono la scuola del macramè di Chiavari, ritenuto da lei il più raffinato, la più alta espressione artistica di questa tecnica.
Ha pubblicato vari libri sul macramé, in cui prende in esame la storia del macramè dalle origini arabe alla sua diffusione nei paesi del Mediterraneo, soffermandosi in particolare sull'arte dell'annodatura in Liguria e sul suo sviluppo nel corso dei secoli, con particolare attenzione al periodo che segue la decadenza verificatasi tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, determinata dal sorgere di moderni opifici e dalla conseguente immissione sul mercato di pizzi meccanici a prezzi competitivi. Viene dato rilievo alla ripresa della lavorazione del pizzo a nodi a partire dagli Anni Sessanta, grazie alle ormai storiche maestre Maria Chiappe e Maria Chiesa, che hanno svolto la loro attività di insegnamento nel territorio chiavarese; una ripresa che perdura anche ai nostri giorni, in quanto molte donne hanno appreso questa tecnica e cercano di diffonderla.