La Scuola dei Merletti di Burano
La Scuola dei Merletti di Burano nasce nel 1872 per volontà del deputato Paolo Fambri, della contessa Andriana Marcello e con il patrocinio della Regina Margherita, allo scopo di rilanciare la storica attività di produzione del merletto ad ago nell’isola in un momento caratterizato da una grave crisi economica per gli abitanti dell'isola.
L’insegnamento iniziava in tenera età ed era articolato secondo varie classi e livelli; le giovani avevano la possibilità non solo di imparare, ma anche di realizzare e vendere, tramite la Scuola, i loro manufatti e in ogni caso la frequenza garantiva il vitto quotidiano, cosa non indifferente in una realtà caratterizzata da un’estrema indigenza.
La scuola si indirizzò subito verso una produzione di qualità, puntando sulla riscoperta di punti e modelli e sulla serietà lavorativa delle allieve; una produzione destinata essenzialmente ai capi di biancheria personale e domestica, più raramente per paramenti sacri, che riscosse un considerevole successo, in Italia e all'estero, tanto che nel nel 1899 venne deciso di applicare ai merletti di Burano un marchio di fabbrica per distinguerli da quelli della concorrenza: un nastrino bianco con la scritta in seta gialla "Scuola Merletti di Burano, Patronato di Sua Maestà la Regina", chiusa da un piombino.
La crisi, iniziata già nei primi anni del Novecento, vuoi per i mutamenti del gusto, vuoi per le guerre e la concorrenza di merletti meno pregiati, ma anche meno costosi, prodotti sulla terraferma, portò lentamente, ma inesorabilmente, alla diminuzione dell’attività, alla decadenza e poi alla definitiva chiusura, avvenuta nel 1973. Un tentativo di recupero dell’attività di produzione del merletto, comunque appassionatamente coltivato in ambito domestico dalle donne dell’isola, con la costituzione nel 1981 di un Consorzio per i merletti di Burano, non diede risultati apprezzabili. Nel 1995 il Consorzio e l’annessa cooperativa furono chiuse ed il Museo, costituito nell’ambito di tale progetto di recupero, fu inserito nel circuito dei musei civici del comune di Venezia.
L'ignoranza diffusa sull'arte del merletto, l'indifferenza di politici ed intellettuali, i forti interessi economici legati alla produzione del merletto “finto” proveniente da altri paesi: tutto ciò sta oggi decretando la fine ingloriosa del merletto di Burano.
Restano sull’isola alcune merlettaie che con antica dignità portano avanti il loro prezioso lavoro ed alcune associazioni che si sforzano di recuperare, far conoscere e mantenere in vita questo merletto. Non mancano, da ultimo, iniziative pubbliche e private di sostegno e di rilancio, anche con realizzazioni di particolare valore artistico.