Il macramé
L'uso di annodare in vario modo i fili dell'ordito di una tela tessuta a mano risale probabilmente agli albori della tessitura e quindi della storia dell'uomo.
Alcuni fregi assiri del IX secolo testimoniano la presenza di abiti orlati da frange annodate, con funzioni decorative; una tunica con piccole frange annodate, datata al I secolo avanti Cristo, è stata rinvenuta presso la città frotificata di Qasr Ibrim, sulle sponde del Nilo.
Si deve al mondo islamico non tanto, dunque, la sua invenzione, quanto la sua diffusione in tutta l'area mediterranea.
L'arte dell'annodatura arriva in Italia, nello specifico in Liguria, nell'XI secolo; la sua diffusione come tecnica per manufatti lussuosi si può far risalire al XV secolo, nell'ambito del più generale sviluppo del gusto per la decorazione che porta alla ribalta, come è noto, anche i merletti ad ago e a fuselli.
Le tracce dell'origine e dell'influenza del mondo arabo sono presenti nei nomi di alcuni motivi decorativi (ad esempio, il "punto Mustafà") ma anche in alcuni elementi dell'abbigliamento come il mezzaro e il copricapo "alla turca" in voga fra le popolane genovesi nella prima metà del XVII secolo.
Il termine "Macramé" compare per la prima volta in uno scritto del 1584; prima di allora, tuttavia, gli inventari fanno talvolta riferimento ad asciugamani abbelliti da punti "alla moresca". I due termini "macramé" e "asciugamano" sono considerati quasi sinonimi: il primo, però, indica il prodotto di lusso distinguendolo da quello ordinario.
A differenza dei merletti ad ago e a fuselli, il macramé, più rigido e pesante, rimane confinato alla decorazione della biancheria e ad una produzione limitata, con ogni probabilità, all'ambito domestico, come forma di arte popolare.
Nel XIX secolo a Genova il macramè viene prodotto da poche merlettaie e solo in alcuni istituti femminili. A Chiavari invece prospera, dando vita ad una serie di piccole attività: il macramé, prodotto nelle case, veniva raccolto e venduto da alcuni commercianti che fornivano alle merlettaie la materia prima e ritiravano i lavori finiti. La madre di Nino Bixio, Colomba Caffarello Biggio, era fra questi "imprenditori" dell'epoca.
L'avvento delle macchine e dei pizzi meccanici determina la crisi del settore, che però riesce fra mille difficoltà a mantenersi in vita per tutto il XIX secolo.
Il revival dei primi anni del XX secolo, con le Industrie Femminili Italiane e le numerose esposizioni nazionali ed internazionali, riportano in auge anche il macramé, che viene spesso insegnato nelle scuole femminili in Liguria e non solo; da ricordare la scuola di Bergamo, diretta da Anna Maurizio, e la Casa del Sole, fondata negli anni Venti da Valentina Camaldoli, dove si insegna ai bambini nati da genitori tubercolotici quello che passerà alla storia come il Punto Cavandoli.
Le Guerre mondiali prima e gli anni dell'emancipazione femminile portano nuovamente al declino, quasi all'oblìo. A Chiavari resiste tenace una maestra, Maria Chiappe, che si dedica completamente alla salvaguardia dell'arte. Studiando i campioni antichi riscopre e a volte reinventa un'incredibile quantità di motivi i cui nomi, a volte da lei inventati, sono ancora in uso. Dal 1960 al 1980 (anno in cui muore imprivvisamente) dirige la scuola di macramé presso il Consorzio provinciale di istruzione tecnica di Chiavari. La scuola viene chiusa nel 1989, ma alcune delle sue allieve portano avanti ancora oggi l'arte e l'insegnamento.
Un'altra importante scuola di macramé opera a Lorsica dagli anni Sessanta sotto la guida di Maria Chiesa; da quella scuola usciranno altre valenti merlettaie che svolgono tuttora attività di produzione e di formazione.
Nel 1997 viene fondata a Genova l'associazione "De Fabula", tuttora in attività, che nell'ambito delle ricerche sul complesso delle tradizioni liguri riscopre e riporta in auge il macramé attraverso una serie di iniziative culturali e didattiche.
Alla fine del XX secolo si assiste ad un "nuovo Rinascimento" del merletto italiano che interessa anche il macramé e determina un fiorire di iniziative; si susseguono le mostre e i corsi, si riscopre la bellezza di un patrimonio artistico e culturale troppo spesso sottovalutato ma ancora, per fortuna, saldamente presente.
Da ultimo, seguendo le tendenze più recenti del merletto, il macramé si cimenta con nuovi materiali e nuovi utilizzi, che vanno dall emonumentali opere tridimensionali della fiber art al cosiddetto micro macramé, che trova la sua applicazione in particolare nei merletti gioiello.