Il sito - Merletto Italiano

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Il sito

Merletto Italiano nasce il 6 gennaio 2002 con l’obiettivo di riscoprire e diffondere informazioni sul complesso dei manufatti che per le loro caratteristiche e per le tecniche con cui sono eseguiti vengono definiti come merletti, promuovendo i contatti tra persone accomunate dalla stessa passione e la diffusione di una cultura del merletto in Italia.

Negli ultimi anni un risveglio di interesse per tutto ciò che è tradizione e cultura nel nostro Paese ha generato un processo di riscoperta e valorizzazione delle antiche tecniche di merletto presenti nelle varie regioni che è stato autorevolmente definito come un “Nuovo Rinascimento”.
Dalla riscoperta dell’antico allo slancio verso il moderno il passo è stato breve: molte giovani donne, attirate dalla bellezza dei manufatti e dalle potenzialità espressive della tecnica, si cimentano oggi con un merletto che possiamo definire “moderno”. I viaggi, i contatti con realtà diverse, l’apertura a nuove esperienze, anche tramite internet, hanno creato un clima ricco di fermenti e di scambi culturali impensabile fino a pochi anni fa. Nuove associazioni nascono un po’ ovunque; le manifestazioni dedicate crescono di importanza anno dopo anno; si ricomincia a parlare di percorsi formativi, di riconoscimento delle professionalità…
Raccontare questa stagione così felice, riscoprire e far conoscere la ricchezza di un patrimonio culturale ancora troppo spesso ignorato, promuovere i contatti tra persone accomunate dalla stessa passione, la diffusione delle informazioni e, in ultima analisi, della cultura del merletto: sono le considerazioni principali che mi hanno indotto a realizzare questo sito.

Il sito ha ottenuto il prestigioso Riconoscimento Internazionale per l'operosità e la collaborazione nel campo dei merletti in occasione della XIII Biennale Internazionale del Merletto di Sansepolcro (2008).

Il sito è presente con proprie pagine sui social (Facebook, Twitter, Instagram, Google+); è in corso l'attivazione di una serie di servizi su Google.


Alessandra Caputo

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