Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro 2010 - Merletto Italiano

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Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro 2010

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La 14a Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro nel 2010 celebrerà il cinquecentenario della morte di Alessandro Filipepi detto il Botticelli (Firenze, 1445-1510), grandissimo pittore fiorentino, noto nel mondo soprattutto per "La Primavera" (1478 ca.) e per "La nascita di Venere" (1485 ca.), capolavori entrambi ammirabili nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Come racconta Giorgio Vasari (Arezzo,1511 - Firenze,1574) nelle "Vite", avendone suo padre intuito la predisposizione artistica, oltre che a mandarlo a scuola "di leggere, di scrivere o di abbaco" lo mise a bottega presso un orefice "suo compare, chiamato Botticello, assai competente maestro allora in quell'arte". "Invaghitosi della pittura", Alessandro venne affidato alle cure didattiche di "fra' Filippo del Carmine, eccellentissimo pittore",  raggiungendo presto un livello tale "che nessuno l'avrebbe stimato".
E fin qui è storia nota: però non tutti forse sanno che egli fu anche elegantissimo disegnatore di tessuti e di ricami, come del resto  altri artisti dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano più o meno celebri, quali  Jacopo Cambi e Geri di Lapo prima, Parri Spinello e sorella, Jacopo da Montagnana, Bartolomeo di Giovanni, Antonio e Piero Pollaiolo, Giovanni da Udine, Perin del Vaga, Raffaellin del Garbo, Francesco Ubertini detto Bachiacca, ecc. Cennino Cennini, ne "Il libro dell'Arte, Trattato della pittura", scritto  alla fine del Trecento, dedicando il capitolo CLXIV a "Come si dee disegnare in tela o in zendado per servigio de' ricamatori" conferma  l'antica consuetudine collaborativa  tra le due arti, non ancora suddivise nelle categorie di maggiori o minori.
Il coinvolgimento di Botticelli con le arti tessili è documentato sempre dal Vasari nell'opera sopra citata, quando afferma che "fu egli de' primi che trovasse di lavorare  gli stendardi et altre drapperie", per esempio nella tecnica definita "di commesso", cioè ad applicazione realizzata ritagliando gli elementi del disegno in taffetas o in velluto policromi, riportati poi su tessuti uniti e fissati a punto cordonetto o altro. Aggiunge che "di sua mano così fatto è il baldachino d'Or S.Michele" come pure "tutto di suo disegno". Aggiunge che "di sua mano così fatto è il baldachino d'Or S.Michele" come pure "tutto di suo disegno" risulta il ricamo "del fregio della croce che portano a processione i frati di S.Maria Novella", di cui purtroppo non rimane più traccia. Precisa infine che furono numerosi gli artigiani che gli chiesero progetti grafici: la tradizione storica tessile vuole infatti che anche per alcuni lampassi e broccatelli, meglio noti come "bordi figurati", prodotti a Firenze su complessi telai al tiro, rappresentanti scene del Vangelo quali l'Annunciazione, la Nascita di Cristo, la Resurrezione, sia individuabile la sua mano.
Tra le opere certamente assegnabili al suo talento si ricordano le raffigurazioni sulle croci ornamentali posteriori. Tra le opere certamente assegnabili al suo talento si ricordano: le raffigurazioni sulle croci ornamentali posteriori delle pianete della Collegiata di Pietrasanta e del Brukenthal Museum di Sibiu, sulla dalmatica del Museo dell'opera del duomo di Orvieto, sul paliotto del Museo dell'opera del Duomo di Siena, sui cappucci di piviale del Museo Poldi Pezzoli e del Castello Sforzesco di Milano.
Si tratta di manufatti molto emozionanti (nonostante le vicissitudini conservative che ne hanno compromesso talora lo stato fisico e nonostante interventi inopportuni di restauro), proprio perché testimoniano l'attuazione pratica del connubio tra arte e artigianato, sprigionando una rara magia.
Dunque la dedica a Botticelli da parte della XIV Biennale internazionale del merletto di Sansepolcro è molto opportuna, perché introduce un argomento che sta molto a cuore sia al presidente del Centro Culturale che al comitato scientifico della stessa, assai sensibili alla annosa, ma sempre attuale, riflessione su che cosa si intenda per arte e quanto essa si discosti o meno dall'artigianato.
C'è poi un altro aspetto, nella pittura botticelliana, che può fornire il titolo e forse il tema della manifestazione biturgenze: la bellezza!
Le sue figure femminili sono rese con una tipologia fisica originale, immediatamente riconoscibile: forme slanciate, longilinee e seni appena accennati, ovale del viso un poco allungato, lineamenti regolari, occhi  a mandorla, folti capelli biondi o castani, leggermente ondulati, mossi da brezze gentili.
Ma ciò che rende particolarmente affascinanti tali giovani donne è lo sguardo, da cui traspare intelligenza, sentimento, spirito vitale.
Sicuramente influenzato da Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico (1449-1492), che descrive l'ideale di bellezza femminile quattrocentesco asserendo che il corpo deve essere "sì ben proporzionato", ma "l'ingegno veramente meraviglioso assai", e dal frate domenicano Girolamo Savonarola (Ferrara 1452-Firenze 1498), predicatore della bellezza vera che è la bellezza dell'anima, partecipando essa alla bellezza di Dio, Botticelli riesce a darne rappresentazione: la sua bellezza non è classicamente statica, da bambola sexy, ma è modernamente espressiva, pensante, viva; è la dimostrazione pittorica dell'esistenza stessa dell'Anima.


Doretta Davanzo Poli


 
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